Corrida a Siviglia

Corrida in Andalusia

Tori e corrida fanno parte della tradizione in Andalusia, una delle regioni della Spagna più legate alla tauromachia.

Il dibattito sulla corrida, tra violenza e difesa della tradizione, continua da anni. Sta a voi decidere se volete assistere ad uno di questi eventi o se limitarvi ad arene e musei.

Lo spettacolo della vita, lo spettacolo della morte

Da secoli l’uomo sfida il toro, nella caccia, a cavallo e nelle arene durante la corrida. 

La rappresentazione di trovarsi davanti alla più grande paura umana, la morte, e di doverla affrontare e sconfiggere è alla base di questa tradizione spagnola. 

Gli andalusi sfidavano i tori già nel  periodo dal XVI al XVIII secolo, con manovre a cavallo per celebrare matrimoni e nascite reali. Si iniziavano anche a sperimentare “toreos” a piedi, immortalati dal celebre Goya.

In Andalusia allo stesso tempo la corrida a cavallo iniziò a diventare uno spettacolo per le feste di paese, accrescendo velocemente la popolarità tra la popolazione. 

A metà del XVIII secolo inizia a diventare arte ed intrattenimento puro, con Francisco Romero di Ronda che introduce i movimenti con la cappa (mantello) ed una nuova figura di eroe popolare: il torero a piedi.

Il resto dell’evoluzione è legato all nascita di arene sempre più imponenti, al perfezionamento stilistico dell’arte del toreo ed alla divisione del rito della corrida in momenti ben precisi (tercios).  

Tori di Ronda

Per chi vuole vedere una corrida in Andalusia

La stagione della corrida inizia la settimana prima di Pasqua (Semana Santa) e prosegue fino alla metà di ottobre. 

Gli spettacoli principali sono quelli della Semana Santa e delle Ferias, dove diventa molto complicato trovare i biglietti per i toreri più famosi. 

L’alternativa è la Novillada, una corrida dove toreri alle prime armi sfidano tori altrettanto giovani. 

Si tratta di una soluzione molto più economica, di facile accesso, mentre per quanto riguarda i posti nelle Plaza de Toros (arene) cercate di spendere qualcosa in più ma di scegliere quelli in ombra.

La corrida in Andalusia inizia la domenica intorno alle 17, momento in cui si riempie la Plaza de Toros e dalle 18 si susseguono 3 toreri, ognuno impegnato con 2 tori. 

Il presidente da il via sventolando un fazzoletto bianco ed i protagonisti sfilando con in sottofondo il suono della banda e del clarino.

Sfileranno tre squadre (cuadrillas) composte ognuna da: un torero, due picadores a cavallo, tre banderilleros a piedi e gli incaricati a ritirare i tori morti con i muli. 

Inutile dire che lo spettacolo è ricco di pathos, tradizione, interazione con la folla, ma allo stesso tempo è brutale.

I tori perdono parecchio sangue prima del colpo di grazia, che se mal tirato diventa a sua volta un momento poco felice per toro (e torero visto il pubblico esigente).

Tercio de Varas

La corrida inizia con il toro che viene fatto entrare nell’arena, dove comincia il suo duello con il torero che inizierà a sfidarlo con il mantello. 

Dopo alcune veroniche o altri movimenti tipici del toreo entrano i due picadores a cavallo

Il toro si lancia con forza verso il cavallo che è coperto da una protezione e viene colpito dalla lancia del picador, che inizia ad indebolirlo. 

Il senso del primer tercio è quello di capire l’indole del toro: coraggioso, pavido, forte a seconda delle sue reazioni.

Sarà il presidente a dichiarare il passaggio al secondo tercio. 

Tercio de Banderillas

I banderilleros hanno il compito inizialmente di distrarre il toro, permettendo di far uscire i cavalli dall’arena.

In seguito con delle bandierine dalla punta metallica cercano di infilzare il toro nel dorso evitando i suoi attacchi. 

Il risultato è indebolire ulteriormente l’animale, le banderillas sono fatte per continuare a far perdere sangue e provocare dolore nel toro mentre si agita. 

Tercio de Muerte

Per il gran finale entra il torero, a rappresentare l’uomo solo contro il toro. 

Le sue armi: il capote (mantello fucsia e giallo), la muleta (piccolo manto rosso) e lo spadino

Non è il rosso (come molti pensano) a far attaccare il toro, ma lo sventolare il mantello che lo infastidisce fino a provare una carica. 

Il torero sfinisce l’animale provocando ed evitando varie cariche, fino a quando decide che è il momento di concludere. In quel momento il torero prova ad infilzare completamente con lo spadino (90 cm) il toro tra le spalle, per ucciderlo.

Idealmente il colpo di grazia dovrebbe essere secco e preciso, decretando la morte immediata dell’animale. In pratica si assiste a diversi errori, con spadino infilato a metà (e torero che deve recuperarlo) o toro che nonostante il colpo di grazia deve essere pugnalato per completare l’opera. 

Corrida nell'arena di Ronda

Toreri: mito e venerazione

Il pubblico ed il presidente decretano il più bravo, sventolando fazzoletti e regalando al torero un orecchio dell’animale in caso di esibizione positiva. 

Il torero (nonostante le polemiche sullo stato dei tori) rischia molto ed in passato più di qualcuno è morto cercando la gloria.

Il torero in Andalusia rimane una figura mitica: fu Romero di Ronda a iniziare tutto, poi Juan Belmonte, Joselito e Manolete. Nomi che hanno lasciato il segno in questa terra, più dei calciatori di Betis o Siviglia. Adorati dal popolo e simbolo di un machismo di altri tempi.

Visitare arene e musei sulla tauromachia in Andalusia

Potete tranquillamente vivere la storia della corrida in Andalusia visitando luoghi storici e musei.

Sicuramente potete iniziare dalla Plaza de Toros di Ronda con il Museo Taurino. Considerata tra le più antiche (fine XVIII secolo) e ricche di stile di tutta Spagna, è una delle attrazioni principali della città.

La capitale della corrida è Siviglia con la sua Plaza de Toros de la Real Maestranza de Caballería de Sevilla

Arena da 14mila posti, dove si sono esibiti i più grandi della storia. La visita guidata permette di vedere luoghi unici come la cappella di preghiera o l’infermeria, fino a provare l’emozione di muoversi liberamente tra la sabbia. 

Il Museo taurino di Siviglia (biglietto incluso con la Plaza de Toros) permette invece di conoscere maggiormente la storia della tauromachia attraverso documenti, fotografie ed oggetti legati a questa arena. 

Abolire o no la corrida in Andalusia

Il dibattito a favore o contro la corrida in Spagna è continuo e coinvolge diversi interlocutori.

Ci sono regioni che hanno già abolito la corrida (Catalunya, Canarie) e l’opinione specialmente tra i giovani spagnoli è che si possa fare a meno di questa crudeltà. 

Ma ci sono partiti politici, gruppi di sostenitori ed associazioni che difendono la tradizione, specialmente in Andalusia, indicando come peggiori altri maltrattamenti degli animali.

La stima è 35 mila tori uccisi ogni anno, però allo stesso tempo allevati in maniera particolare ed accurata per questo spettacolo.

Vi lasciamo liberi di informarvi, indicando solo una ONG che si batte contro la corrida (Adda)